A mano a mano che gli eventi bellici si sviluppavano sui vari fronti, diventava sempre più impellente realizzare opere difensive in tutti i luoghi in cui era ipotizzabile un eventuale sbarco di forze nemiche.
Le coste siciliane furono ovviamente fra le più esposte a tale rischio, per la vicinanza con Malta e con la costa africana, e quindi sorsero un po’ dovunque trincee, bunker e piattaforme che avrebbero dovuto, contribuire a difendere il “sacro suolo della Patria”, fermando sulla famosa “linea del bagnasciuga” qualunque invasore.
Ancora oggi, le testimonianze dei combattimenti avvenuti si possono rinvenire su alcune delle opere difensive oggetto di questa trattazione: a Ponte Dirillo, sulla SS 115 fra Vittoria e Gela, i bunker messi a guardia di quell’ importante punto strategico presentano sulle facciate i chiari segni dei colpi ricevuti e, guardando da vicino, si possono ancora notare i proiettili americani conficcati nel cemento. Una lapide (foto) collocata sul posto commemora i nomi dei militari dell’ 82a Divisione americana caduti lì in combattimento la notte dei 10 luglio 1943.
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